Insieme, un uomo e una donna

Nelle sue opere, Sciascia non parla molto spesso dell’amore, o almeno non direttamente. Eppure ne L’antimonio, il lungo racconto inserito nella raccolta Gli zii di Sicilia, compare a mio parere una pagina che vale la pena di leggere con attenzione. Il protagonista della storia, io narrante, è un minatore siciliano che per sfuggire alla miseria, dopo un’esplosione nella zolfara in cui lavora, parte per combattere la guerra civile spagnola a fianco delle truppe franchiste.

 

È sposato a una ragazza del suo paese, ma lì, lontano da casa, come tutti i soldati al fronte, cerca il piacere da Maria Dolores, che esercita su di lui un fascino demoniaco (La donna adora Mussolini e va a letto con gli italiani fascisti, per vendicare il padre, ucciso dai “rossi”).

Il piacere di cui parla Sciascia in questa circostanza scaturisce da una sorta di “magia dell’odio”, che si configura quasi come un’oscura dannazione, un mistero maligno, presente nella donna “un po’ strega”, ed è cosa molto diversa dall’amore. La definizione di amore si trova due pagine più avanti e non ha nulla a che vedere neanche con l’innamoramento, quello che di solito nasce per una bella ragazza del paese, che è sempre lì, affacciata al balcone, ad aspettare che il giovane che l’ha notata si dichiari. Da lei, lui è subito attratto, se ne innamora, la sposa – lo fa senza sapere nulla di ciò che pensa, di ciò che le piace o che teme – e, inevitabilmente, presto smette di amarla, perché si tratta di un’unione per nulla illuminata da un certo significato potente dell’amore, che lo scrittore esplicita con chiarezza.

L’amore si realizza, infatti, come la “serena scoperta che insieme, un uomo e una donna, stanno bene per affrontare la pena, soprattutto la pena della vita” e cresce come conoscenza reciproca e continua del senso di pietà o di gioia che l’altro porta con sé. E il piacere, in tale sentimento, non può essere quello offerto da Maria Dolores, ma sarà la densità di un momento che lascia il cuore di entrambi completamente nudo ad intendersi meglio. Una donna come Maria Dolores, che ha dentro il male della guerra, riesce soltanto ad ammaliare l’uomo di un oscuro erotismo, a “fare sangue”; l’amore, invece, è un fatto più semplice e chiaro, afferma Sciascia. Queste qualità sono ribadite in Candido ovvero Un sogno fatto in Sicilia, dove alla parola “chiaro” si sostituisce il termine “vero”. Semplice e vero – e sappiamo il senso specifico che i due aggettivi assumono nella semantica sciasciana, definendosi Sciascia “uno che cerca di semplificare, secondo verità” – è l’amore di Candido per Paola, un amore fondato sulla “verità dei loro corpi”, che è gioiosa scoperta, molto lontana dall’esperienza del protagonista de L’antimonio, che si appaga del piacere torbido cercando come un assetato la donna-strega, ma che resta, comunque, irrimediabilmente solo.

Roberta De Luca