Come entrambi i relatori hanno sottolineato, l’adesione di Sciascia alle tematiche del mondo contadino, il suo sguardo consapevole, la conoscenza dei ritmi di quel lavoro, della sua arcaica grandezza e delle sue fatiche, disseminano i suoi scritti di una miniera inesauribile di temi e di spunti provenienti da quella realtà ed anzi, come bene ha fatto rilevare Vullo, ne costituiscono gli elementi strutturali.
Sono pochi infatti gli scrittori che hanno saputo parlare del mondo contadino, forse perché, come rileva un’acuta osservazione della figlia del noto scrittore Davide Lajolo, quel mondo ha lasciato molte tracce materiali, ma poche parole. Così accanto a Pavese e Fenoglio, Lajolo e Carlo Levi, Sciascia racconta il suo Sud, le radici, la terra- nutrimento e insieme, e qui nuovamente si riallacciano i temi dell’incontro secondo i diversi punti di vista proposti dai relatori, l’analisi acuta e attenta delle trasformazioni che la mafia, proprio a partire da quel mondo di patriarchi che originano il proprio potere dal latifondo, si trasforma e invade settori che ormai fanno parte del mondo urbano, le grandi opere, i nuovi appetiti del settore immobiliare, le droghe.
La figura carismatica dell’autore, non incasellabile in stereotipi di appartenenza né partitica né strettamente ideologica, e la sua lucida e spietata analisi lo rendono un testimone sensibile della crisi e delle trasformazioni dell’Italia che soggiace all’assalto di uno “stato all’interno dello Stato”, consapevole dello svantaggio dei protagonisti dei suoi romanzi ed anzi osservatore della loro sconfitta, tutti perdenti di fronte allo strapotere di un sistema “irragionevole”, ma in grado di lasciare aperto lo spiraglio della possibile riscossa personale e collettiva.
Più volte il libro di Salvatore Vullo è stato presentato in questi mesi e sempre ha destato un interesse particolare per la statura di letterato e di uomo che Sciascia rappresenta e per il fascino della terra raccontata nelle sue opere, del lavoro e del patrimonio semplice e straordinario espresso dalla cucina popolare.
Accanto a questa cornice letteraria e civile di estrema profondità e valore ecco infatti emergere dal volume Di terra e di cibo uno Sciascia privato, attento alla ricerca dei prodotti della propria terra, estimatore delle erbe spontanee e dei frutti locali, affabile gourmet, come numerosi aneddoti raccontano, e ricercatore di ricette tradizionali di cui Salvatore Vullo ci dà ampia documentazione nelle pagine finali, poiché, commenta l’autore, “anche le ricette possono essere poesia”.
Maria Luisa Alberico
Sommelier wines in art
Presidente Associazione Donna Sommelier Europa