INTERVISTA A SIMONA VIOLA : PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE

Per iniziare: i suoi pensieri come attuale Presidente e Vice-presidente dello scorso Consiglio Direttivo. 
Un sentimento di profonda gratitudine per chi ha concepito l’Associazione e ha saputo animarla e coltivarne la vivacità intellettuale per un trentennio

Da diversi mesi ormai è molto vicina alla macchina associativa. Quali sono, a suo parere, i punti di forza del sodalizio?
Il sentimento di ammirazione, rispetto e riconoscenza per Leonardo Sciascia e la sua opera rappresenta una formidabile motivazione per il volontariato che tante donne e uomini prestano per l’Associazione. Dunque il punto di forza mi pare risieda nella costanza e dedizione con cui un gruppo di lettori appassionati dedica al sodalizio una parte del proprio tempo.

Se dovesse scegliere tre parole per descrivere l’Associazione, quali proporrebbe? Perché? 
Memoria, perché non c’è futuro senza coscienza del passato
Riconoscenza, perché ciascuno di noi ha un debito esistenziale con Leonardo Sciascia: abbiamo ricevuto da lui valori e formazione e restituiamo in termini di coltivazione della memoria
Valori, Sciascia è stato una delle (poche) figure italiane del ‘900 di intellettuale – militante: la sua adesione ai valori del Diritto, della Verità, della Giustizia o dell’Antifascismo è stata associata a un impegno che l’Associazione intende assumere su di sé

Da parte attiva dell’Associazione, perché ci si dovrebbe iscrivere all’Associazione? E perché lei si è avvicinata al sodalizio?
Ognuno di noi ha intessuto una relazione intima con la scrittura di Leonardo Sciascia, un rapporto speciale e irripetibile, che dipende dalla persona e dal momento della vita in cui ha avuto luogo l’incontro. Credo pertanto che le motivazioni della iscrizione siano personalissime e originali e traggano origine dalle emozioni e dagli spunti di riflessione che ciascuno ha avvertito e tutt’ora avverte quando incontra Sciascia.
Io sento una gratitudine immensa per quella scrittura che costituisce uno dei pilastri della mia formazione civile e politica. La chiarezza affilata del suo pensiero mi ha molto aiutata negli anni più incerti della crescita personale (gli anni ’80 fondamentalmente) che sono stati così difficili anche per il Paese. Perdersi in quel periodo era facilissimo.

Terza Presidente donna dopo Luisa Adorno e Maria Pia Simonetti: oggettivo è stato un diverso approccio già dall’ultima assemblea dei soci. Cosa pensa a riguardo? 
Il mondo della cultura, diversamente da quello della politica, è - almeno da qualche decennio - meno ostile e meno pregiudizialmente precluso alle donne, come del resto il susseguirsi di presidenze femminili e maschili della associazione dimostra. Peraltro numerosissime sono le studiose impegnate nell’associazione, basti ricordare Ricciarda Ricorda, Roberta De Luca, Valentina Fascia, Albertina Fontana, Tiziana Mattioli, Lavinia Spalanca e Rossana Cavaliere. Leonardo Sciascia non è uno scrittore che abbia fatto, della “questione femminile”, la cifra del suo pensiero … anzi. 
In definitiva mi sentirei di dire che l’appartenenza di genere, quando si parla di Leonardo Sciascia, è questione quasi “neutra”.

 Come la sua esperienza personale e lavorativa può contribuire a far crescere l’Associazione?
Sono avvocato amministrativista e sono da qualche anno impegnata – con Emma Bonino, che, ricordo, è socia degli Amici di Sciascia e anche Presidente del Comitato Nazionale del Centenario Sciasciano – nell’esperienza politica di +Europa: si tratta di ambiti di azione diversi da quelli culturali o letterari. Spero che la condivisione dei fini conduca a una contaminazione dei metodi che – in continuità con la straordinaria storia trentennale dell’Associazione – consenta all’Associazione di incrociare anche altri “mondi”, e così proseguire in quell’opera di “impollinazione” che, in fondo, è la sua missione.

Da Presidente, quali gli obiettivi prossimi dell’Associazione? Quali rappresentano una novità e quali, invece, risultano in linea con il precedente mandato nel Direttivo?
Alla Assemblea del 16 marzo ho proposto un approccio anche “militante” che, a partire dalla riflessione di Leonardo Sciascia sulla giustizia o sull’antifascismo, ci porti a essere protagonisti di qualche iniziativa concreta, nel solco di quell’impegno civile dello scrittore di cui dicevamo all’inizio di questa chiacchierata.
È in questa prospettiva che il Consiglio Direttivo si impegnerà – insieme ad altre associazioni come la Fondazione Enzo Tortora, ITALIASTATODIDIRITTO, la Società della Ragione, e l’Unione delle Camere Penali Italiane,  – a promuovere in Parlamento (con l’aiuto dei deputati di +Europa Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova) una proposta di legge che abbiamo chiamato «Sciascia Tortora». Il progetto prevede di introdurre, nella formazione dei magistrati, sia la lettura di autori che, come il nostro, hanno tanto contribuito alla riflessione sulla giustizia, che un’esperienza obbligatoria all’interno del carcere, così dimostrando la sorprendente validità del “paradosso” sciasciano formulato il 7 agosto 1983 dalle colonne del «Corriere della Sera».
Vorremmo anche dare il nostro contributo alla ricorrenza del centenario dall’assassinio di Giacomo Matteotti, più volte evocato nell’opera di Sciascia, come simbolo ricorrente del «fascismo che scopriva la propria essenza teppista, un volto di violenza e di viltà», «considerato tra gli oppositori del fascismo, il più implacabile non perché parlava in nome del socialismo … ma perché parlava in nome del diritto. Del diritto penale».
Mi piacerebbe portare Leonardo Sciascia nelle carceri, magari in forma di rappresentazione teatrale. Stiamo pensando a se e come proporre la sua riflessione sulla giustizia - l’ispezione della terribilità, appunto - a chi in quella terribilità si trovi ristretto.
Questi forse sono alcuni degli obiettivi più nuovi cui facevi cenno.
Per altro verso, procede ricca di iniziative la attività più tradizionale che, nei prossimi mesi, ci vedrà impegnati sul fronte della ricerca nei rapporti di Leonardo Sciascia con la Francia e con la Spagna

Cosa si aspetta, quindi, dal nuovo Direttivo e dai soci? 
Sarei davvero lieta che in questo biennio, e nei prossimi, nuove energie si aggregassero e offrissero il loro generoso contributo volontario al sodalizio, raggiungendo e affiancando chi già opera da tempo; le iniziative che intraprendiamo hanno necessità di sostegno volontario, di tempo, denaro e organizzazione. Ciascuno può fare la sua piccola o grande parte.
Il Direttivo si compone di personalità eccezionali – alcune delle quali rappresentano la storia e l’essenza stessa della Associazione – e non sono certo io ad “attendermi” qualcosa da loro. Spero semmai di essere all’altezza del compito di mero coordinamento che mi è stato assegnato.

 Per concludere: un messaggio da dedicare ai futuri soci e a chi deciderà, dopo questa intervista, di sostenervi. 
Leonardo Sciascia ci ha dato uno spazio di pensiero immenso, ci ha lasciato una lente di ingrandimento della storia del nostro Paese e la sua riflessione è di un’attualità impressionante e, per certi diversi, disarmante. 
Promuovere l’incontro delle persone con Leonardo Sciascia significa concorrere a migliorare la nostra società e diffondere l’adesione a valori che, in definitiva, si identificano con i principi della democrazia liberale. Direi che è il momento giusto per muoversi, no?