Sono on line le registrazioni audio e video del convegno tenutosi a Palermo il 18 e 19 novembre 2011 per il cinquantesimo dall'uscita de "Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia. Numerosi e interessanti interventi hanno avuto luogo nella prestigiosa sede del CERISDI presso il Castello Utveggio a Palermo: meravigliosa cornice per un convegno di alto livello sia per qualità dei contenuti e che per autorevolezza dei relatori.

A partire dal 16 al 28 novembre in scena al Teatro allo Scalo in Roma la commedia "Gioco di società", per la regia di Sandro Torella, con Evelina Nazzari e Giovanbartolo Botta

 

Si tratta di uno dei più celebri racconti contenuti nella raccolta “Il mare colore del vino” di Leonardo Sciascia, espressione dell’estro creativo ed ironico del famoso scrittore siciliano.

 

Quest’opera di Sciascia presenta una serie di racconti che hanno come tema portante l’insieme dei classici luoghi comuni diffusi in Sicilia. I piccoli episodi narrati vanno a formare una circolarità fluida che lo stesso scrittore ha sempre definito “circolarità che non è quella del cane che si morde la coda”

 

I protagonisti del gioco sono una donna non più giovanissima e un uomo ancora quasi un ragazzo.

 

Il tutto è ambientato negli anni sessanta. Una grande villa ingloba una piccola soffitta in cui la donna racchiude la sua vita, i suoi segreti e tutti gli intrighi del marito e dei suoi complici.

 

Gioco di società parla di sotterfugi e di sentimenti soffocati; racconta la smania di potere e il gusto del macabro, del filo sottile che separa la sopravvivenza dal concetto di eterno.

 

E’ un gioco al massacro in cui i personaggi devono mantenere i nervi saldi per raggiungere ognuno il proprio obiettivo che, nella scoperta graduale delle carte in tavola, potrebbe rivelarsi lo stesso, per entrambi.

 

Di una società fondata sul denaro e sulla smania di apparire raccontata, in tempi non sospetti, da uno degli autori più grandi del secolo scorso, Leonardo Sciascia.

 

Sciascia usa il gioco come metafora di qualunque rapporto di potere, cinico e meschino, finalizzato al puro piacere personale, a volte addirittura autolesionistico.Una critica ai principi capitalistici, spietata quanto i personaggi che la rappresentano.

 

L’incontro tra una donna ed il suo assassino, comincia e finisce senza possibilità di repliche. Lui pronto a fare quello che deve fare, per denaro; lei pronta a fargli fare quello che vuole sia fatto, per denaro. Due personaggi reali (lui e lei) e due solo evocati (la strana moglie di lui, lo scomodo marito di lei) animano questa commedia noir dove potere e denaro sono sempre presenti.

 

La commedia presenta una struttura agile, pervasa dalle tensioni generate dal “non detto”, dalle carte in tavola ancora da scoprire. L’obiettivo è far rivivere sulla scena l’intento originario del maestro Sciascia:  una messa in scena cinematografica, fondata sull’essenza dei rapporti, priva di ricercatezze estetiche e manierismi.

 

Lo spettacolo resterà in scena fino al 28 novembre, con rappresentazioni dal martedì al sabato (dalle ore 17.00 alle ore 20.00) e la domenica alle ore 20.00.

 

dal 16 al 28 novembre 2010

 

manifesto della commedia Gioco di SocietàGIOCO DI SOCIETÁ di LEONARDO SCIASCIA

 

Con Evelina Nazzari e Giovan Bartolo Botta

 

Regia: SANDRO TORELLA

 

Ulteriori informazioni: www.teatroalloscalo.it

"Vorrei riuscire a far vedere la sua grazia, l'eccezionalità di individui siciliani: riuscire a raccontare l'uomo più che lo scrittore, grandissimo, che tutti già conoscono. Ho realizzato questo docufilm con affetto"

 

Franco Battiato

 

 Per la prima volta, in occasione del 90° anniversario della nascita dello scrittore, Franco Battiato racconta la sua ammirazione e il suo rispetto per uno degli autori che ha fatto grande la narrativa italiana del secondo '900: Gesualdo Bufalino, un siciliano - come Battiato - d'eccezione. Il cantautore (ma anche musicista, regista e pittore) è tornato dietro la macchina da presa per realizzare un film e dare forma alla sua ammirazione ed al suo rispetto per Bufalino e lo fa attraverso riflessioni e le sue parole un siciliano come lui, cogliendo l'occasione anche per raccontare la comune terra di origine. Lo fa con un film in cui le sue riflessioni e le sue parole su Bufalino e la sua terra sono accompagnate sia dalle testimonianze di altri autori che gli sono stati vicini (Leonardo Sciascia, Manlio Sgalambro, Matteo Collura, Piero Guccione e molti altri) sia da una serie di documenti rari di Bufalino.

 

Battiato è una delle personalità fra le più originali ed influenti del panorama artistico italiano ed europeo. L'esordio nella regia è avvenuto nel 2003 con il lungometraggio PerdutoAmor, con il quale si è aggiudicato il Nastro d'Argento come miglior regista esordiente. Nel 2005 presenta il suo secondo film Musikanten, imperniato sugli ultimi quattro anni di vita del grande musicista Ludwig van Beethoven.

 

Il terzo film, nel 2007, dal titolo "Niente è come sembra", scritto sempre in collaborazione con Manlio Sgalambro. Nello stesso anno realizza il docufilm "La sua figura", improntato sul ritratto umano e artistico della cantante Giuni Russo.

 

"Auguri don Gesualdo" è un viaggio tra i luoghi simbolo di Gesualdo Bufalino (la piazza di Comiso, il cortile dell'omonima fondazione, i simulacri della morte, le antiche chiese e i giardini), con rari materiali di repertorio dello scrittore (forniti in esclusiva da Rai Teche). La voce recitante è di Giulio Brogi, la malinconia delle musiche sono di Arvo Part, di Ravel, di Hendel, con le testimonianze - tra le altre -di Elisabetta Sgarbi, Manlio Sgalambro (autore della sceneggiatura), Matteo Collura, Ella Imbalzano, Sebastiano Gesu'.

 

Sono proprio le voci di coloro che sono stati vicini a “Don Gesualdo” ad arricchire il ricordo dell’autore - tra tutte in particolare quella dell’amico Leonardo Sciascia, che con Elvira Sellerio contribuì alla pubblicazione e quindi al successo del suo primo romanzo "Diceria dell'untore".

 

Gesualdo Bufalino, dopo gli anni dedicati ad insegnare nei licei e qualche pubblicazione di poesie e racconti, iniziò la sua carriera come scrittore nel 1981 quando aveva già 61 anni.

 

Il suo primo romanzo "Diceria dell'untore" ha visto la pubblicazione dopo venti anni dalla sua prima stesura, avvenuta nel 1950, grazie all'appoggio e agli incoraggiamenti di Leonardo Sciascia, di cui era grande amico e di Elvira Sellerio. Il romanzo gli fece vincere il Premio "Campiello" e venne adattato per il cinema nel 1990 con la regia di Beppe Cino ed un cast che comprendeva gli attori Remo Girone, Vanessa Redgrave, Lucrezia Lante della Rovere e Franco Nero.

 

Dopo il successo del suo primo libro Bufalino scrisse numerose opere sia in prosa sia in poesia: L'uomo invaso, Le menzogne della notte, L'amaro miele, Saldi d'autunno. Per Bufalino fu un periodo molto prolifico.

 

Gesualdo Bufalino morì nel 1996, in un incidente stradale, mentre andava a trovare la moglie, lasciando incompiuto il romanzo "Chamat" dedicato alla vita dello scacchista Capablanca.

 

 Don Gesualdo è stato presentato in anteprima il 18 Settembre 2010 a Pordenone in occasione dell'undicesima edizione di Pordenonelegge.

 

“Io che spesso cado nei fossi

 

per guadare un po’ troppo le nuvole,

 

mi posso riconoscere benissimo

 

in una specie di angelo dalle ali mozzate.”

 

Gesualdo Bufalino

 

 

 

“Uno scrittore trova le sue ragioni all’interno della propria coscienza, all’interno della società in cui vive.

 

Si può essere scrittori testimoni del mondo e si può essere scrittori testimoni di se stessi. Io appartengo a questa seconda categoria. [ . . . ]

 

Io sono molto più umilmente e più dolorosamente un testimonio, falso per giunta, di me.”

 

Gesualdo Bufalino

 

Il film si avvale del sostegno dell'APQ "Sensi Contemporanei", l'Accordo di Programma Quadro stipulato dalla Regione Siciliana (Assessorato Regionale Beni Culturali), dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero Beni e Attivita' culturali - Dg Cinema, e la cui gestione operativa e' affidata al Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell'Identita' Siciliana, alla Sicilia Film Commission e a Cinesicilia srl.

E’ morto ieri a Racalmuto l’insegnante Lillo Savatteri. Papà di Cristina e Gaetano, il professore Savatteri se ne è andato poco più di due mesi dalla moglie, la compagna di una vita, la professoressa Pina Petrotto.

Savatteri è stato insegnante nella scuola elementare del paese, iniziando proprio negli anni cinquanta quando supplì anche il maestro Leonardo Sciascia. Dopo una parentesi a Milano, Savatteri è tornato nella sua amata Racalmuto dove ha insegnato a tanti ragazzi e ragazze.

Politico e uomo della Dc, è stato animatore dell’Acli e membro dell’Azione cattolica.

Fu amministratore di Racalmuto. Negli anni Ottanta fu assessore ai Beni culturali del Comune. Fu anche grazie a lui che, nei primi anni ‘80, si tornò a parlare di teatro e del suo restauro, accanto a Leonardo Sciascia che di Savatteri fu collega e amico.

Socio da sempre del circolo Unione di Racalmuto, il professor Savatteri raccontava sempre ai più giovani frequentatori del circolo fatti e misfatti del paese.

Il 18 giugno scorso ha perso la moglie, ma nel corso di quest’ultima sua estate non ha fatto mancare i sorrisi ai suoi figli e al suo nipotino Francesco Paolo.

 A Cristina e Gaetano Savatteri, le condoglianze della redazione di Amici di Leonardo Sciascia Web

Fonte

AgrigentoWeb

di Matteo Collura

Di sicuro c'è solo che è scomparso: è giusto dire così di Ettore Majorana, lo scienziato di cui si persero le tracce nell'ormai lontano 1938, XVII dell'era fascista. Ed è curioso che 72 anni dopo nessuno creda più al suicidio e che nell'indagare si insista esclusivamente sul suo presunto proposito di finire il resto

della vita lontano non soltanto dalla famiglia e dagli amici, ma dalle sue scoperte nel campo della fisica nucleare che avrebbero potuto portare – come poi hanno portato – alla creazione della micidiale arma per lo sterminio di massa: la bomba atomica.

Di sicuro si sa soltanto che si chiamava Ettore Majorana, questo pirandelliano scienziato. E che – suicidio o fuga dalla propria identità – volle scomparire. Si può dire soltanto questo dopo aver letto altri due libri su questo persistente mistero, uno dei più appassionanti della cronaca italiana dell'ultimo secolo. Due volumi che assicurano gustosa lettura ma che, dopo quelli pubblicati da Leonardo Sciascia (La scomparsa di Majorana, Einaudi 1975) e da Erasmo Recami (Il caso Majorana, Mondadori 1987), aggiungono ben poco alla verità dei fatti, ammesso fosse questa l'intenzione dei due rispettivi autori. I quali saranno d'accordo con noi nel sostenere che quando una persona intelligente come il giovane fisico Ettore Majorana o come l'anziano economista Federico Caffè (scomparso anche lui nel nulla nella primavera di 13 anni fa), intende far perdere le proprie tracce, ci riesce.

Del resto, è proprio su questa linea che si muovono lo spagnolo Jordi Bonells, con il romanzo La seconda scomparsa di Majorana (Keller editore, pp.156, euro 14) e il portoghese João Magueijo, con il racconto biografico La particella mancante. Vita e mistero di Ettore Majorana, genio della fisica (Rizzoli, pp.422, euro 20). Due buone letture, si diceva, anche se diversissime l'una dall'altra. Pura invenzione, anche se suggerita dai dati reali, quella che ci dà Bonells; puntigliosa ricostruzione di una vita segnata da una sorta di tragico disadattamento, quella che ci fornisce Magueijo, anche lui fisico teorico.

Usciti quasi contemporaneamente, i due libri presentano analogie sorprendenti, a partire dai riferimenti letterari e scientifici. Sciascia e Recami per entrambi gli autori sono i riferimenti più solidi, ma è singolare che sia Bonells sia Magueijo facciano riferimento agli eteronimi di Pessoa. E' come se i due scrittori, nel concepire i propri libri, si fossero scambiate le rispettive opinioni, immergendosi nel medesimo mistero con stile diverso, ma con identica passione e medesimo sforzo d'identificazione.

Differenti – ma, anche se potrà sembrare paradossale, questo è ininfluente – le due conclusioni. Il protagonista del romanzo di Bonells si dice convinto che il fisico italiano Ettore Majorana, scomparso nella notte tra il 27 e il 28 marzo 1938, durante la traversata in nave da Palermo a Napoli, visse sotto falso nome in Argentina, “dal 4 aprile 1938, data del suo arrivo a Puerto Madero, fino alla fine del mese di giugno 1976”. Per João Magueijo, il pur desaparecido Majorana non è stato mai in Argentina. E nel libro la ricostruzione della vita dello scienziato catanese, fatta in parallelo con le sue scoperte nel campo della fisica nucleare, apre tutti gli scenari possibili, compreso quello del rapimento di Majorana da parte di spie straniere o di extraterrestri.

Notevoloe il lavoro di ricerca biografico e scientifico del professor Magueijo, anche se nell'ostentare uno stile disinvolto e carico di humor inglese (non a caso insegna teoria della relatività all' Imperial College di Londra), si lascia andare a qualche spiritosaggine di troppo. Che un editing più attento ci avrebbe evitato.

 DUE LIBRI SUL MISTERO DI MAJORANA

(Il Corriere della Sera, 2 agosto 2010)

La scrittrice Benedetta Tobagi, con il libro "Come mi batte forte il tuo cuore - Storia di mio padre" (Einaudi), ha vinto la la ventiduesima edizione del premio letterario "Racalmare - Leonardo Sciascia", organizzato dal comune di Grotte (AG).

Benedetta Tobagi, arrivata in finale con altre due scrittrici, Simonetta Agnello Hornby con "Vento scomposto" (Feltrinelli) e Bice Biagi con "In viaggio con mio padre" (Rizzoli), è stata votata da una giuria popolare che ha manifestato il proprio gradimento attraverso scrutinio segreto. Diciotto su trentatré i voti attribuiti al libro vincitore.

Quest’anno, ricorre il trentennale dell’omicidio del giornalista Walter Tobagi che venne ucciso a Milano il 28 maggio 1980, assassinato sotto casa dai terroristi della Brigata XXVIII.

Walter Tobagi era una delle firme più prestigiose del «Corriere della Sera». Aveva trentatre anni.

La figlia Benedetta aveva tre anni. Era lì.

Con il suo libro, Benedetta Tobagi, ha voluto capire e ricostruire la figura pubblica e privata del padre in un racconto che intreccia spietate emozioni ad analisi storiche lucide e rigorose. Cercando, inoltre, di comprendere cos'erano gli anni Settanta. Il libro "Come mi batte forte il tuo cuore " è un libro tenero e terribile in cui batte il cuore di un padre.

Nel suo libro, Benedetta Tobagi scopre che in una valigetta di Licio Gelli, era stato ritrovato il documento di rivendicazione della morte di suo padre. Senza problemi, Benedetta Tobagi fa nomi e i cognomi delle firme, degli azionisti, dei progetti di controllo del Corriere della Sera, a cui il padre continuamente si era opposto. Nelle carte del padre ritrova un giovanissimo Ferruccio de Bortoli che Walter Tobagi considerava un suo allievo.

Il premio è stato consegnato a Benedetta Tobagi dal presidente della Cmc (Cooperativa Muratori Cementisti Ravenna) Massimo Matteucci. La Cmc, sponsor del “Racalmare – Leonardo Sciascia” 2010, ha stabilito per l'occasione un badget di 5.000 euro, tremila dei quali sono andati a pari merito ai tre libri finalisti, gli altri duemila sono stati destinati alla vincitrice della ventiduesima edizione.

Come mi batte forte il cuore - Benedetta Tobagi (Premio Recalmare - Leonardo Sciascia)“Un Premio emozionante – ha detto Benedetta Tobagi – perché tra le persone  che mio padre ha intervistato ce ne sono due che mi hanno lasciato un segno e che avrei voluto incontrare: Eugenio Montale e Leonardo Sciascia. C'è una frase che lo scrittore racalmutese disse a proposito di mio padre e che spesso mi  torna in mente: Walter Tobagi è stato ucciso perché aveva un metodo di ricerca e riflessione. Ricevere questo Premio dedicato alla memoria di Sciascia, uno scrittore che spinge alla ricerca della verità, è dunque per me motivo d'orgoglio e di grande emozione”.

Domenica mattina, le due scrittrici Benedetta Tobagi e Bice Biagi, accompagnate da Gaetano Savatteri e da Salvatore Picone, Giusy Mulè e Pietro Tulumello, hanno visitato i luoghi racalmutesi legati alla figura di Leonardo Sciascia.

Le due scrittrici, hanno inoltre visitato la Fondazione dedicata allo scrittore, il teatro Regina Margherita, la statua realizzata da Giuseppe Agnello, la Matrice e le fontane del paese.

"Essere qui - ha detto la figlia di Enzo Biagi - significa per me tornare nei luoghi visitati da mio padre che venne alla Noce a trovare il suo amico Leonardo Sciascia".

“Un premio che deve restare a Grotte. Lasciatelo qui fra voi e vedrete che lo assegnerete sempre onestamente, secondo il valore delle opere, secondo l’interesse che voi portate a queste opere. Si stabilisce così una specie di circolarità fra l’opera e il suo pubblico, fra l’opera e coloro che la premiano”, disse lo scrittore Leonardo Sciascia,racalmutese, alla prima edizione del Premio Racalmare.

La commissione giudicante, è stata presieduta dal sindaco Paolo Pilato e guidata da Gaetano Savatteri, giornalista e scrittore, già premiato nel 2002 con il “Racalmare” nella sezione giornalismo, che da quest’anno è il nuovo presidente onorario del Premio.

“Seguendo questo invito – dice Savatteri – ho voluto riportare il premio – cioè i libri e i loro autori – tra la gente, cioè tra i lettori, offrendo anche quel tanto di divertita competizione che accende passioni e interessi.

Un modo – prosegue – per segnare una nuova pagina nella storia di un premio che ha avuto presidenti prestigiosi come Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino e Vincenzo Consolo e che vuole continuare a custodire la sua identità, la sua qualità e la sua autorevolezza”.

 

Fonti:

Regalpetra libera - Blog Racalmuto

Einaudi.it

E' morta a 74 anni a Palermo la fondatrice, insieme al marito Enzo, dell'omonima casa editrice. Il grande successo con "L'affaire Moro" di Sciascia. La scoperta di Camilleri

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Da La Repubblica  - 3 agosto 2010 -
Addio a Elvira Sellerio l'editore di Sciascia e Camilleri

A vent’anni dalla morte di Leonardo Sciascia e in occasione della “Settimana della lingua italiana nel mondo”, la Commissione di vigilanza della Biblioteca dell’Assemblea regionale siciliana (il Parlamento più antico d’Europa), propone alla comunità italiana in Belgio e ai tantissimi belgi appassionati di letteratura e cinema italiani un’originale “finestra” sull’impegno civile e per la libertà di pensiero degli scrittori siciliani del secolo scorso, che ha esercitato un notevole influsso sullo sviluppo culturale e politico e sulla produzione cinematografica in Europa, da Luigi Capuana con “Il Marchese di Roccaverdina” del 1901 a Gaetano Savatteri con la “Congiura dei loquaci” del 2000, passando per nomi quali Vincenzo Consolo, Gesualdo Bufalino, Giuseppe Fava e Andrea Camilleri. 

 

La mostra itinerante “Scrittori siciliani del Novecento. Un secolo di letteratura italiana”, dopo il successo dello scorso mese di gennaio a Palermo, giungerà il prossimo 5 ottobre, sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica, presso l’Istituto italiano di cultura di Bruxelles, in Rue de Livourne, 38, dove resterà aperta al pubblico dal 6 fino al 28 ottobre, dal lunedì al venerdì ore 9,30 – 13.00 e 14,30 - 17,00. Il visitatore potrà attraversare un suggestivo percorso fra 260 rare prime edizioni di 78 autori pubblicate fra il 1901 e il 2000, 70 opere tradotte in 16 lingue straniere, foto d’epoca e ritratti degli autori, oltre a pannelli, a foto e a una “fotostoria” che raccontano il ‘900 siciliano. 

 

Numerosi scrittori siciliani, infatti, influenzarono con le loro opere il pensiero europeo, tanto che molti di loro, a partire da Sciascia, sono fra i più tradotti: Verga, Pirandello, Vittorini, Tomasi di Lampedusa, Bufalino, Camilleri, per citarne alcuni. Una particolare sezione descrive il legame fra letteratura e cinema (tanto caro a Sciascia) grazie a venti rare locandine di famosi film tratti da opere di scrittori siciliani e a una raccolta di interviste Rai con Leonardo Sciascia. 

 

La mostra sarà inaugurata il 5 ottobre, alle ore 18, dall’Ambasciatore d’Italia in Belgio, S.E. Roberto Bettarini, dal Presidente dell’Ars, Francesco Cascio, e dai deputati regionali Pino Apprendi, Innocenzo Leontini e Antonino Bosco, componenti della Commissione di vigilanza della Biblioteca dell’Ars. 

 

Una particolare sezione, descrivera' il legame fra cinema e letteratura (tanto caro a Sciascia) grazie a venti rare locandine di famosi film tratti da opere di scrittori siciliani e a una raccolta di interviste Rai con Leonardo Sciascia. 

 

Seguirà una tavola rotonda alla quale parteciperanno l’italianista Mario Fusco, docente all’Université de la Sorbonne Nouvelle Paris III e curatore delle “Oeuvres completes” di Sciascia in francese; Salvatore Silvano Nigro, ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa; Antonino Buttitta, figlio del poeta Nino Buttitta, antropologo, docente di Storia delle tradizioni popolari all’Università di Palermo e Direttore della “Fondazione Buttitta”; Salvatore Ferlita, docente all’università Copernico di Torun (Polonia), ricercatore di Italianistica all’Università di Palermo, critico letterario, giornalista e scrittore. Modererà Nuccio Vara, giornalista della Tgr Rai Sicilia. 

 

Nel 1979, quando fu eletto deputato al Parlamento europeo per il partito radicale o durante le sue frequenti passeggiate per le vie di Bruxelles, Leonardo Sciascia non avrebbe mai immaginato che un giorno la capitale del Belgio avrebbe ospitato una mostra dedicata all’impegno civile, suo ma anche di altri illustri scrittori siciliani, attraverso la letteratura e il cinema.