La quinta sessione del XV Colloquium Leonardo Sciascia, dedicata alla scuola, è stata presieduta da Roberta De Luca, referente del team scuola dell’Associazione e ha previsto gli interventi delle professoresse Giulia Di Perna, Luciana Sanguigni, Roberta De Luca e del prof. Tullio Taffuri. Il titolo scelto per la sessione è stato Todo modo a scuola. Allenarsi alla complessità: sono state infatti esplorate, attraverso la presentazione delle attività svolte in classe, le potenzialità didattiche, le competenze disciplinari, relazionali, orientative e civiche del romanzo.
Il primo intervento, rivolto ad una classe IV, è stato quello della prof.ssa Giulia di Perna che ha presentato un’attività formativa dal titolo Gli occhiali del diavolo. L’obiettivo del percorso è stato quello di richiamare l’attenzione degli studenti sullo smascheramento del potere della Chiesa attraverso gli strumenti della ragione e della ricerca della verità, sulla base dell’antitesi tra pensiero controriformistico e illuministico. Tramite l’analisi del testo, sono state sviluppate competenze civiche e relazionali intorno ai temi di verità e legalità.
Il secondo intervento, anche dedicato alla classe IV, è stato quello della prof.ssa Luciana Sanguigni ,dal titolo «Tu sai che di latino, io…». Gli studenti, attraverso una unità di apprendimento laboratoriale di tipo orientativo, hanno riflettuto sul ruolo del latino, come strumento di acquisizione del patrimonio culturale classico e come lingua del potere della Chiesa, contrapposto alla lingua francese come lingua della ragione. Il topos della lingua, infatti, ha offerto interessanti collegamenti con Lucrezio, Voltaire e Manzoni, tra imperium et ratio.
La prof.ssa De Luca ha presentato un’attività didattica rivolta ad una classe V dal titolo «(e l’asfalto avrebbe dovuto mettermi in guardia)» oggetto di un laboratorio di educazione civica sugli obiettivi dell’Agenda 2030 e di un’ipotesi di colloquio orale, prova conclusiva del ciclo di studi. Il percorso ha affrontato il tema dello scempio paesaggistico, cui si oppone una resistenza della bellezza che trova nell’arte e nella cura del patrimonio culturale la sua realizzazione. Il testo sciasciano è stato un punto di partenza per un approfondimento pluridisciplinare e un confronto tra linguaggi, con riferimenti alla pittura di Gericault e Delvaux, al film di Petri, alle riflessioni di Pasolini e allo sguardo di Anna Maria Ortese.
L’ultimo intervento è stato quello del prof. Tullio Taffuri, rivolto alle classi V e intitolato Per parlare di un’opera d’arte ci vogliono i piedi caldi, offrendo un filtro artistico del romanzo tramite le opere d’arte presenti nel testo, vere e proprie chiavi di accesso. Gli studenti hanno riflettuto sull’intera vicenda presentata come un grande affresco della natura e del potere e sul ruolo dell’artista che proietta una realtà sul mondo per un nuovo assetto sociale.