Venerdì 23 giugno,  nel cortile d’onore di Palazzo Sormani , si è svolto un incontro su Sciascia e Calvino in occasione della pubblicazione del carteggio (Mondadori, 2023).

Il 24 giugno scorso, a Milano, alla Sala del Grechetto della Biblioteca di Palazzo Sormani, si è svolta l’Assemblea degli Amici di Sciascia convocata con l’obiettivo - assolti gli adempimenti statutari di approvazione del bilancio consuntivo 2022 e preventivo 2023 - di passare in rassegna gli esiti del Questionario circolato nei mesi scorsi per raccogliere il pensiero dei soci sulle prospettive future dell’Associazione e suggerimenti sul futuro del sodalizio, anche in vista della conclusione del triennio di attività del Comitato Nazionale del Centenario Sciasciano.  

Convocata a ridosso della data simbolo del 26 giugno - che segna la ricorrenza dei 30 anni di attività degli Amici di Sciascia - l’Assemblea ha eletto un nuovo Consiglio Direttivo formato, ai sensi dell’Art.16 dello Statuto, dalle tre persone che hanno offerto la propria disponibilità a candidarsi: Marcello Caruso, Francesco Izzo, Simona Viola.  Alla Presidenza dell’Associazione è stato nominato Francesco Izzo, affiancato da Simona Viola (Vice-Presidenza) e da Marcello Caruso (Segreteria Generale)
Il mandato ricevuto dal Direttivo si riassume in due aree di responsabilità: la gestione degli “affari correnti” dell’Associazione (e dunque l’attuazione del piano di attività e il bilancio approvati per quest’anno) e la elaborazione di un modello organizzativo dell’Associazione nuovo e sostenibile, coerente con la missione e con le risorse disponibili, capace di coinvolgere gli associati nelle attività e nelle iniziative e di dar vita a un “ricambio generazionale”. Un’Assemblea Straordinaria dei soci, da tenersi entro marzo 2024, costituirà il traguardo formale per condividere con i soci le raccomandazioni proposte e poi ratificare la decisione definitiva sull’avvenire dell’Associazione.  
La prima riunione del neo-Direttivo ha ratificato le seguenti deleghe: Penny Brucculeri (Segreteria Operativa), Roberta De Luca (Didattica-Scuola), Giulia Di Perna (Comunicazione, Social, Redazione Web), Federico Gianni (Tesoreria), Sergio Piccerillo (Web Master). La ricerca di continuità che ha ispirato il conferimento di questi incarichi si è mossa di pari passo all’obiettivo di allargare sensibilmente il coinvolgimento nell’operatività della vita associativa. Dando perciò seguito alle indicazioni preliminari emerse dal Questionario - e dopo una verifica delle motivazioni e delle competenze di chi si era candidato nelle rispettive aree - sono state inoltre raccolte le prime disponibilità a impegnarsi concretamente nel sostenere i responsabili incaricati. Giuseppe Portonera affiancherà Giulia di Perna nella Comunicazione, mentre Luciana Sanguigni affiancherà Roberta de Luca nella Didattica. Chiunque desideri offrire il proprio sostegno volontario alle attività correnti degli Amici di Sciascia lo segnali subito scrivendo a presidente@amicisciascia.it 

Una litografia da un disegno originale di David Levine in 140 esemplari numerati e firmati, con un testo di Leonardo Sciascia, una premessa di Valerio Cappozzo e una notizia di Francesco Izzo. Misure lastra:388 x 190 mm

Il Comitato Nazionale del Centenario Sciasciano (CNCS), istituito dal Ministero italiano della Cultura e presieduto da Emma Bonino, ha siglato, il 15 novembre scorso – d’intesa con gli Amici di Leonardo Sciascia e la rivista annuale di studi sciasciani Todomodo – un programma di collaborazione scientifica con l’università parigina Sorbonne Université. Il progetto italo-francese, con un finanziamento iniziale di diecimila euro da parte del CNCS, mira a realizzare un’edizione digitale delle opere dello scrittore italiano grazie all’equipe dell'Observatoire des Textes et des Corpus (ObTIC) di Sorbonne Université diretta da Glenn Roe. Stabilita sull’edizione delle opere complete pubblicata in italiano da Adelphi tra il 2012 e il 2019, l’edizione digitale renderà finalmente possibile un lavoro di analisi del testo secondo la metodologia delle digital humanities. Ogni studioso potrà accedere in rete all’edizione attraverso il sito www.todomodo.net. Il progetto consentirà di entrare nel laboratorio di scrittura, ricostruendo le fonti, la genetica dei testi e l’universo intellettuale, culturale e artistico dello scrittore. Entro la fine del 2023 sarà ultimata la digitalizzazione di 31 opere narrative e saggistiche. A questa prima fase seguiranno ulteriori arricchimenti del corpus digitale che darà vita ad una biblioteca sciasciana fluidamente navigabile e consultabile attraverso nuovi strumenti di analisi.

Questa iniziativa si aggiunge al ricchissimo programma di attività e pubblicazioni promosse dal Comitato Nazionale del Centenario Sciasciano sorto a luglio 2021 per iniziativa degli Amici di Leonardo Sciascia che da quasi trent’anni promuovono infaticabilmente la lettura e lo studio dell’opera dello scrittore con progetti e manifestazioni volti a far scoprire e rileggere Leonardo Sciascia che nella seconda metà del secolo scorso ha incarnato nel modo più originale ed esemplare lo spirito umanistico europeo, dando corpo ad un’idea di mondo centrata sul diritto e sulla libertà. È in questo quadro che lo scorso settembre si sono svolte le celebrazioni americane per i cent'anni della nascita con tre importanti iniziative: l'uscita della monumentale monografia in lingua inglese di Joseph Farrell Leonardo Sciascia. The man and the writer (pubblicata dalla casa editrice italiana Leo S. Olschki, Firenze), la pubblicazione del primo scritto ritrovato di Sciascia in inglese, comparso nel 1952 in un'enciclopedia americana e presentato al Center for Italian Modern Art (CIMA) nella cartella Omaggio a Sciascia, insieme a un ritratto di David Levine, e il tredicesimo convegno del Leonardo Sciascia Colloquium su “mito americano e mito mediterraneo” diretto da Valerio Cappozzo e promosso in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura di New York per fare il punto sugli studi in corso sull’opera dello scrittore nel mondo.

 

Il Team scuola dell’Associazione, costituito da diversi insegnanti di scuola secondaria di secondo grado, ha inaugurato il 2022 con un corso di formazione per docenti dal titolo A scuola da Leonardo Sciascia. Il corso ha assunto valore propedeutico per la sessione scuola (vedi link seguente) del XIII Leonardo Sciascia Colloquium, che si è svolto a New York il 22 e 23 settembre 2022, sotto la Direzione scientifica del prof. Valerio Cappozzo, Presidente dell’Associazione Amici di Sciascia.
https://youtu.be/uTlK8noI02o

Dai materiali prodotti ed elaborati durante il corso di formazione, sono nati due video realizzati dalle professoresse Daniela Tallini e Monia Biasillo, presentati al Colloquium newyorkese.
Il primo video vede come protagonisti gli allievi del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Gaeta, con i quali Daniela Tallini ha lavorato sul racconto di Sciascia La zia d’America, tratto dalla raccolta Gli zii di Sicilia. I contenuti riprendono, seppure in sintesi, il contributo presentato dalla prof.ssa Tallini nel corso di formazione per insegnanti A scuola da Leonardo Sciascia, dal titolo Occhiali neri e lunghi fucili. Leonardo Sciascia e il mito americano.
A partire da una frase di Cesare Pavese sul valore del mito americano per i giovani degli anni ‘30 e dei decenni successivi, i ragazzi discutono sul ruolo dell’America nella narrativa di Sciascia. Oggetto simbolo e chiave interpretativa di questo percorso che coinvolge, oltre al già citato racconto, i romanzi A ciascuno il suo e Todo modo, sono gli occhiali, spesso associati da Sciascia a personaggi americani caratterizzati negativamente. Si evidenzia come, osservato attraverso il filtro degli occhiali, il sogno americano si sfaldi: l’America, terra dell’opulenza e dell’efficienza, diviene il luogo della fatica ingrata e del sopruso mafioso.

Link per il video: https://youtu.be/_o59u7C7fgQ
Il lavoro della prof.ssa Monia Biasillo, che ha visto coinvolta una classe dell’IIS “Gobetti-De Libero” di Fondi, ha come titolo «E come il cielo avrebbe potuto non essere una tesa freschissima bandiera a stelle e a strisce?» e ripropone in video il percorso già sviluppato dalla professoressa durante il corso A scuola da Leonardo Sciascia. Attraverso i testi 10 luglio 1943, Una kermesse, La zia d’America, Nero su nero e Questo non è un racconto si ricostruiscono tutti i momenti dell’arrivo degli Americani in Sicilia: dallo sbarco all’attesa di vederli, dalle impressioni suscitate alla loro prima apparizione, alle suggestioni cinematografiche.

Link per il video: https://youtu.be/WxGVtDjRop8

In allegato anche le slide realizzate per il corso di formazione dalla prof.ssa Serena Miano sulle connessioni tra Candido di Sciascia e Il giovane Holden di Salinger.

Mercoledì 30 novembre, presso l’Università per Stranieri di Perugia (Piazza Fortebraccio 4), ci sarà l’incontro conclusivo del ciclo delle Lezioni Sciasciane nel mondo dalle 15.00 alle 19.45.
Il Comitato Nazionale per il Centenario Sciasciano, presieduto da Emma Bonino, ha promosso, nell’arco di due anni, un ciclo di Lezioni Sciasciane nel mondo, prima presso tre Università italiane, Venezia, Perugia e Palermo e poi in 18 diverse città, collocate in tutti e cinque i continenti: Istanbul, Parigi, Teheran, Sharjah, Barcellona, Madrid, Mosca, La Valletta, Londra, San Francisco, Stoccarda, Helsinki, Santiago del Cile, Colonia, Malaga, Zurigo, Sidney e Lione. La serie di Lezioni, che ha permesso di riflettere sull’opera di Sciascia coinvolgendo studiosi delle diverse parti del mondo, è stata promossa in collaborazione con l’Associazione Amici di Leonardo Sciascia, la Rivista di studi sciasciani «Todomodo», l’Istituto per l’Enciclopedia Italiana Treccani, il MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) e l’Università per Stranieri di Perugia. Proprio l’Università per Stranieri di Perugia è stata individuata come sede per concludere il lungo viaggio delle Lezioni, con un appuntamento che vuole rappresentare, al tempo stesso, l’occasione per un bilancio complessivo dell’esperienza fatta e il momento per discutere alcune importanti novità bibliografiche e per guardare ad appuntamenti e a progetti futuri.
Dopo i saluti istituzionali di Valerio De Cesaris, Rettore Università per Stranieri di Perugia, di Benedetto Della Vedova, già Sottosegretario Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale e di Valerio Cappozzo, Presidente Associazione Amici di Leonardo Sciascia e Membro Comitato Nazionale Centenario Sciasciano, Giovanni Capecchi, dell’ Università per Stranieri di Perugia e Coordinatore del progetto delle Lezioni Sciasciane nel mondo, introdurrà l’incontro.
Nella prima sezione, dal titolo Sciascia nel mondo, interverranno Albertina Fontana, Associazione Amici di Leonardo Sciascia, Edo Janich, incisore, Ricciarda Ricorda, dell’Università Ca’ Foscari Venezia e condirettrice «Todomodo», e Paolo Squillacioti, Istituto CNR Opera del Vocabolario Italiano. L’incontro offrirà l’occasione per presentare il volume di Joseph Farrell: Leonardo Sciascia. The man and the writer; (Leo S.Olschki, Firenze 2022). Con l’autore dialogheranno i curatori di due altri volumi pubblicati nella collana “Sciascia scrittore europeo”, l’artista che ha realizzato l’incisione per la copertina del libro, e il curatore delle Opere di Leonardo Sciascia (Adelphi, Milano 2012 - 2019).
Dopo alcune letture a cura degli studenti dell’università , con accompagnamento musicale del Maestro Stefano Ragni, si proseguirà con una Tavola Rotonda intitolata Far conoscere Sciascia nel mondo e coordinata da Paolo Grossi, New Italian Books. Vi parteciperanno Chiara Avanzato, dell’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo, Fabio Finotti, dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, Maria Luisa Pappalardo, dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, Francesco Ziosi, dell’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo.
L’ultima sessione della giornata sarà dedicata all’esperienza delle celebrazioni americane del centenario e i cantieri di ricerca aperti in Francia e in Usa. Valerio Cappozzo modererà gli interventi online di Andrea Agliozzo, Sorbonne Université, Marguerite Bordry, Sorbonne Université, Alessandro Giammei, Yale University, Salvatore Pappalardo, Towson University, Giulia Pellizzato, Harvard University.
L’incontro si concluderà con un intervento di Francesco Izzo, del Comitato Nazionale Centenario Sciasciano e con un video intervento di Emma Bonino, Presidente del Comitato.
La partecipazione alla giornata conclusiva è gratuita.
Per informazioni: lezioni.sciasciane@amicisciascia.it

I video delle celebrazioni americane del Centenario Sciasciano (New York, 20-23 settembre 2022)

Sono ora disponibili le registrazioni video degli eventi organizzati per le celebrazioni del centenario di Leonardo Sciascia negli Stati Uniti. Ideati e promossi dal Comitato Nazionale del Centenario Sciasciano, dall’Istituto Italiano di Cultura di New York, dall’Associazione degli Amici di Leonardo Sciascia e dalla rivista internazionale di studi sciasciani Todomodo. L’iniziativa ha ricevuto, tra gli altri, il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale (MAECI), dell’Ambasciata d'Italia a Washington D.C. e del Consolato Generale d’Italia a New York.

20 settembre 2022: Presentazione alla Rizzoli Bookstore di New York del libro di Joseph Farrell, Leonardo Sciascia: The Man and the Writer (Olschki 2022). Insieme all’autore, intervengono Fabio Finotti, direttore dell’IIC di New York, Gaetana Marrone-Puglia (Princeton University), e Valerio Cappozzo (University of Mississippi): video.

21 settembre 2022: Presentazione al Center for Italian Modern Art (CIMA) della ventottesima cartella di grafica d’arte fuori commercio della collana Omaggio a Sciascia, curata da Francesco Izzo per gli Amici di Leonardo Sciascia. Per l’occasione del centenario la cartella, in edizione bilingue, ospita il primo testo in inglese di Sciascia pubblicato nel 1952 a Chicago (e recentemente ritrovato nel corso di una ricerca di archivio), accompagnato dalla litografia in edizione numerata Portrait in black, tratta da un ritratto originale dello scrittore eseguito nel 1979 da David Levine, uno dei maggiori caricaturisti americani del ventesimo secolo). Il programma della serata, introdotta dal Direttore del CIMA, Nicola Lucchi, vede interventi di Francesco Izzo, Valerio Cappozzo, Teresa Fiore e David Leopold: video.

22-23 settembre 2022: XIII Leonardo Sciascia Colloquium all’Istituto Italiano di Cultura di New York. Diretto da Valerio Cappozzo, italianista e presidente degli Amici di Leonardo Sciascia, durante le due giornate di studio sono state approfondite la ricezione dello scrittore in Nord America, le sue passioni letterarie e cinematografiche per gli autori americani, la sua visione di un continente vagheggiato e rifiutato. Introdotto dalle parole di saluto dell’Ambasciatrice d'Italia negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Fabio Finotti, e di altre autorità, il Colloquium si è articolato in sette sessioni, tavole rotonde, un’intervista inedita di Rita Cirio a Leonardo Sciascia e Federico Fellini, video clips e confronti sulla relazione peculiare e appassionata di Sciascia con la letteratura americana (qui il programma): Giorno 1 video1; video2; video3. Giorno 2 video1; video2; video3; video4; video5.

 

Le mie modeste riflessioni sortiscono disordinatamente da tre fonti coeve: il libro “Diritto verità giustizia. Omaggio a Leonardo Sciascia” (curatori Luigi Cavallaro e Roberto Giovanni Conti, Cacucci 2021), che è l’occasione del nostro colloquiare; una lezione di Roberto Andò all’università Suor Orsola Benincasa di Napoli del 1° dicembre 2021, intitolata “Sciascia, un maestro oltre la letteratura” (https://www.facebook.com/unisob/videos/295223729198768) a cui ho doviziosamente attinto; la citazione in giudizio civile da parte di un magistrato che si protesta diffamato da un articolo di stampa sulla sua attività professionale e invoca il risarcimento di danni esistenziali.
A proposito di quest’ultima fonte, è necessario precisare - sine ira ac studio, a maggior ragione al cospetto di un uditorio così qualificato di colleghi della parte attrice e anche sciascianamente a futura memoria - che il convenuto rivendicando la sua buona fede non mette in discussione quella della controparte. Non potendo entrare nei dettagli del documento citandone i passaggi più interessanti, mi limito a evocarne la weltanschauung in chiave spersonalizzata.
Del merito dei fatti di causa e delle doglianze si occuperà un altro giudice (non è questo, peraltro, un notevole spunto sciasciano?). Importa in questo contesto l’autorappresentazione che il giudice dà di sé, della sua vita, della sua funzione. C’è una profonda differenza, per esempio, tra le querele dei politici e quelle dei giudici. Nelle prime il protagonista è il giornalista presunto diffamatore, in ottica demolitoria della sua professionalità e moralità; nelle seconde il protagonista è il giudice presunto diffamato, in ottica di esaltazione della propria professionalità e moralità.
La cosmogonia è opposta.
***
Parafrasando e ribaltando una famosa frase di Giorgio Gaber, non mi affascina Sciascia in sé, ma Sciascia in me. In noi. In chiunque provi a maneggiarlo, a interpretarlo, a capirlo. Sciascia rotolala come la forma dell’acqua. Sopravvive al mutare dei tempi, dei contesti, dei costumi. A differenza di altri scrittori della sua epoca, persino di maggiore successo anche internazionale, Sciascia si coniuga al presente, non al passato.
Sciascia scrive, non scriveva.
Sciascia è, non era.
Mi ha colpito, ma non sorpreso, nel libro “Diritto verità giustizia” la difficoltà se non il tormento dei giuristi, e in particolare dei giudici, nel maneggiare la materia Sciascia. Ogni riga trasuda tormento. «Cuba duele», dicono gli esuli cubani. Sciascia duole, dovrebbero ammettere i magistrati. Per un giudice scrivere di Sciascia è un trattenere il respiro, come l’atto del fotografare secondo Henri Cartier-Bresson, un maestro molto amato dallo scrittore di Racalmuto.
Questo tormento non mi stupisce per due motivi.
Il primo è letterario, appartiene alla poetica di Sciascia. Il secondo attiene al suo impegno civile e alla proiezione sociale della sua opera.
Il primo motivo è che Sciascia, a dispetto del suo ragionare cartesiano, ordinato, conseguente, logico-deduttivo, non è lo scrittore della razionalità, ma del mistero. Alberto Moravia diceva che Sciascia ha percorso un viaggio della ragione al mistero. Quando un giornalista francese gli chiese quale fosse la parola chiave dei suoi libri, conoscendo l’ammirazione di Sciascia per Denis Diderot, l’enciclopedista, si aspettava una risposta di stampo illuministico.
Invece Sciascia rispose: mistero.
Invece il mestiere del giudice reclama la ragione e rifugge il mistero. Al limite si rifugia nell’anacoluto logico, come in certe motivazioni di sentenze in cui prevale il libero convincimento. Il giudice si aggrappa alla ragione come nutrimento esistenziale, per non morire. Ecco il motivo del tormento. E chiedere a un giudice di leggere con la razionalità il testo di uno scrittore misterico è una forma di sadismo, pari solo a quella di scegliere un giornalista come primo relatore in un convegno di giuristi.
***
Il secondo motivo attiene alla dimensione civile di Sciascia. Il quale è intellettuale per antonomasia, nella definizione che egli stesso ne dà su La Stampa il 25 novembre 77: «Intellettuale è uno che esercita nella società civile la funzione di capire i fatti, di interpretarli, di coglierne le implicazioni anche remote e di scorgere le conseguenze sociali».
Andò dice che Sciascia è narratore spurio perché attinge da fonti diverse e disomogenee: documenti giudiziari, cronache storiche, tradizione orale. Tanto spurio che il suo miglior romanzo è “L’affaire Moro” (Sellerio, 1978), che romanzo non è e in cui il mistero s’invera nel saggio, addirittura nell’instant book. Del resto a ben vedere il caso Moro è giallo sciasciano per definizione: senza lieto fine e in ogni caso senza soluzione a dispetto, se non irridendo, spiegamenti polizieschi e procedure giudiziarie.
L’investigatore di Sciascia non è il geniale e risolto commissario che stana implacabilmente l’assassino (magari festeggiando con un piatto di pasta ‘ncasciata, a proposito di genius loci). Non è il tipo italiano che furoreggia di questi tempi in libreria e nelle fiction: ispettori e marescialli sceneggiati con lo stampino, amati per i loro tic (a proposito di immaginario collettivo, non è forse sintomo dello spirito dei tempi se l’eroe di questa fluviale narrativa giallistica non è mai un pubblico ministero né tantomeno un giudice?).
Nulla di più lontano, antropologicamente e psicologicamente, dall’investigatore sciasciano che, sostiene Andò, è piuttosto un uomo del fallimento.
Un uomo in scacco.
***
Proprio come nell’atto di citazione del giudice che mi ha ispirato e che figura, sia pure necessariamente velato, tra le mie fonti, nei romanzi di Sciascia si delinea un’antropologia del giudice come antropologia del potere. Figura tragica nella più generale ed eternamente irrisolta tragedia del processo, che si staglia – bugiardo egli stesso tra i bugiardi, non potrebbe essere diversamente al di là delle intenzioni - in un coro muto di menzogne. E di misteri.
La giustizia, il processo, non fanno altro che imposturare, per usare un verbo sciascano (“Il Consiglio d’Egitto”, Adelphi, 1963). E una giustizia senza verità non può che essere amministrata come tale da un corpo di funzionari cha spaziano - ma qui semplifico e forse estremizzo fino al grottesco, traviato dalla deformazione professionale - dal cinismo del presidente della Corte suprema Riches che teorizza la decimazione come unico modo di amministrare la giustizia (“Il contesto. Una parodia”, Einaudi, 1971) alla boriosa ottusità del procuratore della Repubblica che in “Una storia semplice” (Adelphi, 1989) interroga come testimone il suo vecchio professore Carmelo Franzò.
«L’italiano: ero piuttosto debole in italiano. Ma, come vede, non è poi stato un gran guaio: sono qui, procuratore della Repubblica…».
«L’italiano non è l’italiano: è il ragionare. Con meno italiano, lei sarebbe forse ancora più in alto».
In quello che sarà il suo ultimo libro, pubblicato nello stesso anno della morte, Sciascia chiosa il dialogo così: «La battuta era feroce. Il magistrato impallidì. E passò a un duro interrogatorio».
***
Una simile antropologia era - è - inesorabilmente destinata a collidere, smontare, demitizzare l’iconografia del giudice eroe che a partire dalla fine degli Anni 70 si ipostatizzava in un paese dilaniato da un sostrato limaccioso di sistemiche e non transeunti emergenze criminali.
Fuori dall’ipocrisia, la polemica sui professionisti dell’antimafia, originata dell’articolo di Sciascia pubblicato sul Corriere della Sera il 10 gennaio 1987 (https://media2.corriere.it/corriere/pdf/2016/sciascia_antimafia.pdf) non è un incidente di percorso, ma un inevitabile di cui. Anzi bisognerebbe rendere giustizia al titolista del Corriere, a torto accusato di aver travisato il pensiero di Sciascia, inventando una locuzione assente nell’articolo e così provocando polemiche non sopite a distanza di 35 anni. In realtà autentica fu la sua interpretazione nella sintesi della titolazione. Andò, che fu testimone del pranzo di rappacificazione tra Sciascia e Paolo Borsellino, racconta che tra i due ci fu comprensione, anche affetto ma nell’ambito di una ferita mai risanata.
Lo scrittore può essere ignoto a sé stesso, come Sciascia diceva citando Stéphane Mallarmé. Il giudice no. Il giudice si fida dei fatti, li indaga, li accerta, li ri-costruisce, li mette insieme e ne tra una verità. Per Sciascia nella realtà non ci sono dati oggettivi: solo lo scrittore con la sua indagine di pensiero, con la sua pietas, si può approssimare alla verità.
Dice Andò che Sciascia ha scritto intorno alla giustizia e ha scelto il giallo perché la giustizia è impossibile, il delitto è l’unico argomento reale della letteratura e la letteratura è l’unica forma di verità. Non la giustizia, ma la letteratura raggiunge verità che giudiziariamente non è possibile accertare. E in questo vede un filo con il pasoliniano «Io so» (“Cos'è questo golpe? Io so”, Corriere della Sera, 14 novembre 1974, https://www.corriere.it/speciali/pasolini/ioso.html), che una decina di anni fa diventò, per una bizzarra se non fuorviante sinapsi, il titolo del libro di un importante magistrato (“Io so”, di Antonio Ingroia, Chiarelettere, 2012).
***
Certo mi chiedo cosa scriverebbe oggi Sciascia. Come declinerebbe, se aggiornerebbe la sua antropologia giudiziaria oggi che quella figura del giudice eroe è ammaccata, talvolta vilipesa, in ogni caso non più sacralizzata. Chissà come interverrebbe nel dibattito civile – perché, c’è un dibattito civile? – sulla giustizia, sul diritto, sulla magistratura, sulla verità.
Mi accontenterei anche di uno Sciascia minore, al posto di certi guitti sedicenti epigoni.
E allora - a proposito di Sciascia non in sé ma in me, in noi – che ne è di noi che scriviamo di giustizia, schiacciati tra la verità giudiziaria e quella sciasciana, che è solo nella letteratura? Anche noi siamo condannati a imposturare, e quindi giustamente dobbiamo essere limitati, controllati, ingabbiati in un normativismo prometeico che si fa scudo di una burocrazia tra il tribunalizio e il poliziottesco a cui affida grammatica e sintassi della narrazione giudiziaria che in definitiva è narrazione civile?
Per me Sciascia è la voce di una coscienza laica. Guardare al contesto, non fermarsi a quella che sembra una storia semplice, coltivare l’italiano come “ragionare”, come dice sgranando gli occhi Gian Maria Volonté interpretando il sarcastico professor Franzò. E non tradire quel poco di fede nella scrittura – un colpo di penna, un colpo di spada – per poter dire, come Sciascia nell’introduzione del suo libro d’esordio (“Le parrocchie di Regalpetra”, Laterza, 1956): «Ho tentato di raccontare qualcosa della vita di un paese che amo, e spero di aver dato il senso di quanto lontana sia questa vita dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione».

- Giuseppe Salvaggiulo

Anche i grandi artisti muoiono come i comuni mortali.

All’età di ottantotto anni è morto a Siracusa Pino Di Silvestrro incisore, pittore, fotografo, scrittore e raffinato germanista.

Probabilmente era l’ultimo artista che usava il ‘torchio a mano’ per stampare le sue meravigliose incisioni.

La sua produzione artistica e letteraria è veramente immensa.

Nel 1978 pubblica il catalogo della sua mostra tenuta prima a Noto e poi a Siracusa con il titolo ‘Ortigia e gli Iblei.

A Ragusa, alla galleria il Gabbiano, nel 1980, espone le sue acqueforti e xilografie, con una bella presentazione di Enzo Papa.

Nel 1981 pubblica un catalogo della mostra organizzata dall’Istituto di cultura di Stoccarda in collaborazione con l’Ente provinciale per il turismo di Siracusa, in cui sono state esposte le opere incise dal 1974 al 1981.

Espone ancora le sue xilografie a Offenbach e a Milano nel 1986 e Franco Sciardelli gli pubblica il magnifico catalogo che ha il titolo ‘Le xilografie die Holzschnitte’ con un presentazione di Sebastiano Addamo.

In questo stesso catalogo Bufalino scrive : “Occorre una minima dose di lieta demenza, credo, per praticare l’incisione.

Chi dipinge o scolpisce ha davanti a sé un corposo nemico da vincere: la tela bianca, il blocco di marmo; ma l’incisore che, con uno strumento aguzzo, semina di impercettibili segni il rame, il legno, la pietra, è come se combattesse col vento, e gli abbisognano una mano paziente, una vista aquilina, uno scrupolo d’orologiaio per potere uscire vivo da un’impresa di così ostinato, meticoloso e crudele rigore. Alla quale può dedicarsi dunque solo chi abbia nel proprio sangue una goccia o due di follia: Pino Di Silvestro, appunto”.

E ancora in questo stesso catalogo Konrad Heldig scrive di Pino Di Silovestro: “Una volta, paradossalmente, egli così si espresse: ‘il segno come sogno e il sogno come segno’. Proprio questa inclinazione al gioco di parole, al calembour, al doppio senso, fa del suo dominio icastico, il marchio e la firma di uno spirito artistico e umano, meridionale, arcaico e retrospettivo”.

Nel 2000 espone, assieme a Lela Pupillo, i suoi lavori a Parigi in rue de Varenne.

Il catalogo porta il titolo ‘La lumière e les formes’ e una introduzione di Vincenzo Consolo dal titolo ‘Les epigraphes’.

Nel 1992 stampa, con il torchio a mano, 75 copie firmate di tre acqueforti per tre ‘storie naturali’ di Jules Renard.

Nel 1996 pubblica con Sellerio il libro “Le epigrafi di Leonardo Sciascia” con una prefazione di Vincenzo Consolo.

Le epigrafi di Sciascia sono incisioni che rappresentano i testi sciasciani.

Con una incisione Di Silvestro riesce a dire quello che Sciascia dice con un libro.
Con l’editore Lombardi pubblica “Augusto Von Platen a Siracusa” ‘La fine di un viaggio’
Illustra il XXXIV ciclo di spettacoli classici al teatro greco di Siracusa con due xilografie relative a “Le Coefere” di Eschilo e alla “Medea” di Euripide”.

Nel 2002 pubblica, con Rizzoli, il libro “La fuga, la sosta- Caravaggio in Sicilia” - con il quale si aggiudica la XVI edizione del premio letterario Racalmare-Sciascia città di Grotte, del 2003, presieduto da Vincenzo Consolo, con la seguente motivazione scritta proprio dallo stesso Consolo: “ Il romanzo narra della sosta a Siracusa del Caravaggio, fuggitivo da Malta.

Di Silvestro, ha scritto quest’opera con una puntigliosa ricerca di documenti inediti (raccolti nell’appendice del volume) che danno al romanzo l’aspetto della verosimiglianza, e con una fervida invenzione, in un forte contrasto tra luci ed ombre alla maniera caravaggesca, in uno stile ricco, articolato, non immune da un sicilianismo che nasce oltre che da una esigenza di colore storico, dalla legge dell’eufonia e dalla forza iconica del linguaggio”.

Nel 2007, con Baldini e Castoldi Dalai pubblica “L’ora delle vipere” che è uno spaccato drammatico del fascismo a Siracusa.

L’Associazione Amici di Leonardo Sciascia ha pubblicato una sua pregevole incisione su una delle cartelle annuali prodotte dalla Associazione.

Nel libro “Nel paese di Cunegonda- Leonardo Sciascia e le culture di lingua tedesca” pubblicato da Leo S. Olschki a cura della Associazione Amici di L. Sciascia si trova un saggio di Di Silvestro dal titolo “Mi piacerebbe scrivere una prefazione sfiziosa”- ‘Sciascia e l’universo germanico’. L’immagine di copertina è tratta da una xilografia originale realizzata dallo stesso Di Silvestro intitolata L’offerta del diavolo.

Da quanto da noi scritto si evince che Di Silvestro è stato uno dei più grandi personaggi letterari della nostra isola con una dimensione europea.

Un letterato che ha avuto rapporti con il mondo artistico e letterario del suo tempo.

Negli ultimi tempi la sua Siracusa le è stata matrigna, ma noi, amici di Sciascia di Consolo, di Bufalino non ci siamo mai dimenticati di Pino di Silvestro e abbiamo esposto le sue opere a Grotte, a Racalmuto, ad Agrigento.

Avevamo ancora dei progetti in comune per portare le epigrafi di Sciascia nella casa natale dello scrittore di Racalmuto e per esporre le sue incisioni che per tutto il 2000 mandava ai suoi amici più cari. Speriamo di potere continuare il discorso con il figlio perché i grandi artisti non muoiono mai.

Grazie Pino. Ci ricorderemo sempre di te,
Agrigento, lì 1.10.2022

 - Gaspare Agnello

Dal 6 ottobre all’ 8 dicembre 2022, presso l’ Istituto centrale per la grafica di Roma (via della Stamperia, 6) sono in programma la mostra della X edizione del “Premio Leonardo Sciascia amateur d’estampes” e la mostra omaggio Piero Guccione. Tra rigore ed incanto.
Il ciclo di esposizioni itineranti 2021-2022 (Firenze, Fabriano, Venezia, Milano), al pari delle precedenti, ha visto svolgersi il 10 febbraio scorso la cerimonia di premiazione dei primi tre artisti classificati - Jan Vičar, Franco Fanelli, Thierry Mortiaux- al Castello Sforzesco di Milano.
La mostra romana, che chiude il ciclo espositivo, intende rendere omaggio ai ventotto artisti di diciassette paesi che hanno partecipato su invito al concorso: Kacper Bozek (Polonia), Deborah Chapma (Canada), Malgorzata Chomicz (Polonia), Charles Donker (Paesi Bassi), Franco Fanelli (Italia), Ariane Fruit (Francia), Donald Furst (USA), Michael Goro (USA), Marjatta Hanhijoki (Finlandia), Takuji Kubo (Giappone), Ewa Kutylak (Polonia), Andrea Lelario (Italia), Vairo Mongatti (Italia), Thierry Mortiaux (Belgio), Sonia Mottier (Francia), István Orosz (Ungheria), Nicolas Poignon (Francia), Jenny Robinson (Regno Unito), Agustin Rolando Rojas (Cuba), Egidijus Rudinskas (Lituania), Tomiyuki Sakuta (Giappone), Wendelien Schönfeld (Paesi Bassi), Jean-Baptiste Sécheret (Francia), Akimitsu Tamawake (Giappone), Jan Vičar (Repubblica Ceca), Mikio Watanabe (Giappone), Andreas Weißgerber (Germania), Cleo Wilkinson (Australia).
Anche questa edizione del Premio Sciascia ha previsto una mostra omaggio, fuori concorso, dedicata a uno degli artisti prediletti dallo scrittore. Dopo Alberto Manfredi, Leonardo Castellani, Jean Pierre Vélly, Luigi Bartolini, Mino Maccari, in questa edizione si possono ammirare le opere grafiche di Piero Guccione (1935-2018) che con Sciascia ha stabilito una profonda amicizia e intrattenuto una corrispondenza finora rimasta inedita. Curata da Giovanna Mori, in collaborazione con l’ Archivio Piero Guccione, la mostra ospita quindici opere grafiche che abbracciano il periodo 1964-2007. Dalle sue collezioni l’Istituto espone anche una Marina, acquatinta in grande formato, del 1992.

Istituito nel 1998 per iniziativa degli Amici di Leonardo Sciascia, d’intesa col Comune di Milano, il Premio si è andato affermando tra i più prestigiosi appuntamenti internazionali della grafica d’arte nel suo intimo rapporto con la letteratura. Questa edizione biennale è caduta nella ricorrenza del centenario della nascita dello scrittore (1921-2021) e si è svolta sotto gli auspici del Comitato Nazionale del Centenario Sciasciano, istituito dal Ministero della Cultura. La mostra è accompagnata da due cataloghi disponibili in sede per la sola consultazione: Leonardo Sciascia amateur d'estampes 2021 - 2022, Catalogo in tiratura limitata a cura di Francesco Izzo (Il Girasole Edizioni, Valverde (Catania), 2021) e Piero Guccione. Tra rigore ed incanto, a cura di Giovanna Mori, Archivio Piero Guccione, 2021.

L’inaugurazione della mostra, il 6 ottobre 2022 alle ore 18.30, a quattro anni esatti dalla morte di Piero Guccione, sarà preceduta da una tavola rotonda organizzata d’intesa con l’Associazione Amici di Leonardo Sciascia e col patrocinio del Comitato Nazionale del Centenario Sciasciano con tema “Etica della grafica”, a cui parteciperanno artisti, giurati e docenti di grafica d'arte, che si terrà nella Sala Dante di Palazzo Poli, via Poli 54, alle 16,30.

È possibile visitare la mostra, con ingresso gratuito, dal Martedì alla Domenica dalle ore 10.00 alle 19.00.