Giovedì 25 agosto alle ore 18:00 presso l’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo, nell’ambito delle iniziative organizzate dal Comitato Nazionale del Centenario Sciasciano, sarà presentato il libro Leonardo Sciascia: The Man and the Writer di Joseph Farrell (con introduzione di Giuseppe Tornatore), quinto volume della collana «Sciascia Scrittore Europeo», a cura degli Amici di Sciascia in collaborazione con la Casa Editrice Leo S. Olschki di Firenze. L’autore, professore emerito di Italianistica all'Università di Strathclyde, dialogherà nel corso dell’incontro con Davide Messina, professore di Italianistica e Studi Comparati presso l'Università di Edimburgo. L’ingresso è libero.
Il testo di Farrell sarà presentato nuovamente il 20 settembre a New York nella celebre Rizzoli Bookstore, evento questo che prelude al XIII Leonardo Sciascia Colloquium del 22 e 23 settembre
(https://www.rizzolibookstore.com/news/joseph-farrell-presents-leonardo-sciascia-man-and-writer-valerio-cappozzo-fabio-finotti-and-gae).

Il singolare e appassionato rapporto di Leonardo Sciascia con la letteratura americana sarà il tema al centro di una serie di iniziative dal 20 al 23 settembre prossimo a New York, a cura dell’Associazione degli Amici di Sciascia, presieduta dal professore all'Università del Mississippi Valerio Cappozzo, e del Comitato Nazionale del Centenario Sciasciano, presieduto dalla senatrice Emma Bonino.

Le Lezioni Sciasciane nel mondo, dopo l’appuntamento in Spagna, arrivano in Svizzera. Martedi 28 giugno a Zurigo alle ore 19:00 si terrà la lezione dal titolo “Le stelle della terra” Pasolini e Sciascia, intellettuali a voce alta”, grazie alla collaborazione tra Comitato Nazionale Centenario Sciasciano e l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo.

Il Leonardo Sciascia Colloquium 2019 si è svolto il 21 e 22 novembre all’Istituto Italiano di Cultura a Parigi. Il tema scelto dal Comitato scientifico degli Amici di Sciascia è stato “ Esercizi di ammirazione. Di sbieco. Maestri irregolari del Novecento”.

La quarta sessione dedicata alle scuole ha avuto come titolo: Riparare il mondo: l’impegno come «buona azione» si impara a scuola.

Hanno partecipato il LYCÉE HENRY WALLON - AUBERVILLERS (PARIGI), con la docente Nadia Matranga, e il LICEO SCIENTIFICO LEONARDO DA VINCI –TERRACINA con la docente Roberta De Luca.

Linee generali dei progetti:

« Riparare il mondo con la letteratura: scrittori engagés contro il potere »

Il progetto « Riparare il mondo con la letteratura: scrittori engagés contro il potere » declina la tematica Gestes fondateurs et mondes en mouvement del programma del cycle terminal (ovvero degli ultimi due anni di liceo) intorno all’asse Art et pouvoir e in particolare alla problematica seguente : in che modo l’arte, e in particolare la letteratura, può diventare un contro-potere ?

Attraverso l’analisi di vari documenti, gli alunni della classe di terminale d’italiano lingua seconda del liceo Henri Wallon di Aubervilliers, hanno fatto una loro riflessione sulla questione della letteratura come impegno sociale e del ruolo che hanno avuto alcuni scrittori disorganici del Novecento nel denunciare le logiche di potere, attraverso letture di testi e slides di commento.

La bibliografia si compone dei seguenti documenti:

  • Gramsci, Lettere dal carcere, lettera 43
  • Carlo Levi, Lucania 61, analisi del dipinto
  • Pasolini, Uccellacci e uccellini(estratti filmici)
  • Sciascia, Gli zii di Sicilia(estratti) e Le favole della dittatura (estratti)
  • Ettore Scola, Una giornata particolare(estratti filmici)

«Il popolo è dovunque buona giuria e cattivo tribunale. Sciascia, Manzoni e l’ossessione della responsabilità individuale»

Nel progetto del Liceo “Leonardo da Vinci” di Terracina, la classe VA ha affrontato un episodio della vita milanese e della biografia di Manzoni, preso in considerazione da Sciascia in un articolo sul «Corriere del Ticino» dell’8 giugno 1974 e in una delle sue Cronachette, Manzoni e il linciaggio del Prina. L’evento, accaduto il 20 aprile 1814, sconvolse la città e lo scrittore milanese nel profondo della coscienza: venne ucciso il ministro delle finanze Giuseppe Prina, dopo un feroce linciaggio, nel momento in cui si passò dal regno italico napoleonico al dominio austriaco. Gli studenti ipotizzano un anello mancante tra la tesi di Leonardo Sciascia e quella di Salvatore Silavano Nigro -che ha ripreso l’episodio ne La funesta docilità- ricostruendolo dagli indizi disseminati in Cronachette e da alcune argomentazioni di Nigro. Tutto il discorso si conclude con Storia della colonna infame, testo chiave del pensiero moderno. Ne è venuta fuori una plaquette che gli studenti hanno presentato al pubblico presente in sala.

Curiosando sui siti per studenti (Studenti.it, Scuolazoo) nei giorni che precedono gli esami di maturità, ormai conclusi, si incontra il consueto tototema. Quest’anno tra gli autori possibili è comparso anche Leonardo Sciascia; per la precisione è stato annoverato tra gli «autori che non escono da tempo» (in realtà Sciascia non è mai “uscito”).

Mi addentro nella lettura di Primo Levi e Leonardo Sciascia, e scopro altre analogie e corrispondenze sorprendenti, perfino evidenti, accanto a quelle nascoste e profonde sulle quali in questa rubrica si è già posta l’attenzione in un paio di occasioni. È certo che i due non si conobbero mai e la fonte è indiscutibile: parlando del suo episodico rapporto con i premi letterari e raccontando delle amicizie nell’ambiente, Levi afferma di stimare tra gli altri, Sciascia, sebbene non lo abbia mai conosciuto (intervista inedita del 1982, “Storia della mia vita”, pubblicata inRiga38e riportata su la Repubblica del 5 novembre 2017). È piuttosto incredibile, come sempre incredibili sono i legami inconsapevoli dell’immaginario di una certa epoca.

Sulla rivista L’Automobile, il 26 aprile del 1983, viene pubblicata una “quasi” intervista a Leonardo Sciascia, allora deputato alla Camera del Parlamento italiano. Si tratta più che altro di una conversazione tra lui e il giornalista Carlo Gregoretti in un giorno di primavera inoltrata, a Roma, durante la pausa dai lavori parlamentari. La trattoria in cui i due si incontrano è accanto al Pantheon. Sciascia è un cliente abituale, poiché “qui fanno bene la pasta”, soprattutto gli spaghetti alle vongole (con l’aggiunta di un po’ di cozze), e servono un gelato al pistacchio che ricorda il sapore della Sicilia e della giovinezza. Lo scrittore racconta che gli piace arrivare in taxi, poiché non ha la patente di guida e le automobili non lo hanno mai attratto più di tanto, nonostante la macchina e la velocità siano state un mito collettivo della sua infanzia.

Le interviste rilasciate da Leonardo Sciascia alle diverse testate durante tutto il corso della sua vita raccontano molto dell’uomo e dello scrittore. Il piacere di leggerle e di scoprire lati inediti e curiosi della sua personalità accompagna il lettore tra una domanda e l’altra, come accade anche per un’intervista al Corriere della Sera illustrato del 5 novembre 1977.

Gianluigi Melega (Milano, 1935 - Venezia, 2014) è stato uno scrittore, poeta, autore di libretti d’opera, giornalista (Il Giorno, Panorama, La Repubblica, L’Europeo), nonché deputato radicale dal 1979 al 1983. Insieme a Adelaide Aglietta e Marco Boato è stato uno dei soci fondatori degli Amici di Sciascia. Tra le sue opere ricordiamo Tempo lungo, Planetario privato, Viceversa.

In Carnet di eresie radicali del 31 gennaio 1983 su Belfagor, rivista pubblicata da Leo S. Olschki Editore, Gigi Melega traccia un bilancio della sua esperienza politica e dei rapporti con i compagni di viaggio, all’indomani delle dimissioni da parlamentare. Nel suo racconto lucido, emotivo, politico, umano, analitico, Melega tocca i punti nevralgici del percorso del partito, che riguardano la comunicazione, il Congresso, la coerenza e le contraddizioni – categorie che in politica assumono una valenza diversa da quella comune – l’amicizia privata e i contrasti politici.