La rottura epistemologica di inizio Novecento, provocata dalle filosofie della crisi, ha attribuito al caso un ruolo sempre più importante nel pensiero e nella letteratura, determinando una convivenza piuttosto problematica con la ragione. Le parole di Pirandello “insomma estrarre la logica dal caso, come dire il sangue dalle pietre” possono essere assunte con valore di sententia sulla difficoltà dell’uomo a comprendere una realtà che sfugge completamente alla facoltà razionale, e che diventa spazio esposto ad arbitrio di fortuna. Proprio i grandi razionalisti del Novecento avvertono più consapevolmente la presenza del caso nelle dinamiche umane e percepiscono, con profonda sensibilità, la caduta delle certezze che avevano sorretto molti intellettuali fino al Secondo Ottocento (ma “la linea siciliana” era già avanti).

Qualche giorno fa, leggendo I promessi sposi con i miei studenti, mi sono imbattuta in un passo del XXIX capitolo su cui ho sentito l’esigenza di soffermarmi.

Il grado e le parentele, che in ogni tempo gli erano state di qualche difesa, tanto più valevano per lui, ora che a quel nome già illustre e infame, andava aggiunta la lode d’una condotta esemplare, la gloria della conversione. I magistrati e i grandi s’eran rallegrati di questa, pubblicamente come il popolo; e sarebbe parso strano l’infierire contro chi era stato soggetto di tante congratulazioni.

I motivi passionali, posti come causa prima di alcuni delitti nelle indagini dei gialli sciasciani e utilizzati a vantaggio dell’una o dell’altra parte, si configurano in un contesto fortemente influenzato dall’arte del melodramma, genere italiano per antonomasia e vanto nazionale che non conosce declino. Ne Il giorno della civetta, Sciascia afferma che i tavoli d’autopsia della Sicilia sono popolati da tanti Turiddu Macca, dopo che sulle scene dei teatri d’opera aveva fatto irruzione il potente grido “Hanno ammazzato cumpari Turiddu”.

Vedi le istruzioni agli autori - 2020-2021

 

 

 

 

Non sapevo cosa fosse la “giustizia riparativa” o meglio ne avevo memoria vaga pensando al Sud Africa e ai suoi tribunali per la “Restorative Justice”, voluti da Nelson Mandela allo scopo di promuovere la riconciliazione nazionale dopo anni di feroce apartheid nel suo amato paese. Dopo la serata organizzata dall’Associazione Aldo Moro di Castenedolo venerdì 5 febbraio 2016, per presentare “Il libro dell’incontro” (Saggiatore, 2015), ho capito esattamente cosa significasse “giustizia riparativa” e quanto sia serio e importante portarla avanti.

Ospiti della serata insieme ad Agnese Moro, figlia dello statista ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio del 1978, c’era Manlio Milani, presidente dell’associazione delle vittime di Piazza della Loggia “Casa della Memoria”. E con loro sul palco c’erano Valerio Morucci e Franco Bonisoli, ex terroristi delle Br e protagonisti dell’agguato in via Fani che costò la vita ai cinque uomini della scorta di Aldo Moro.
Seduto tra gli altri c’era padre Guido Bertagna, discreto e coraggioso tessitore degli incontri, avvenuti negli ultimi otto anni, tra vittime e colpevoli delle violenze immani degli anni di piombo. Garante della serietà del percorso di “giustizia riparativa”, sapientemente costruito in questi anni da padre Bertagna insieme ai sociologi Adolfo Ceretti e Claudia Mazzuccato, è stato il magistrato Gherardo Colombo, già impegnato nell’inchiesta sulla P2 e in quella di “Mani pulite”. Dapprima dichiaratamente scettico sull’efficacia dello strumento, in seguito consapevole dell’impossibilità di ridurre il male attraverso la pena “distributiva” e ora convinto assertore della “giustizia riparativa” quando costruita con il rigore e profondità di approccio.

Per ragioni tecniche è stata aggiornata a venerdì 9 ottobre alle ore 18 la vernice della tappa veneziana del Premio Sciascia ospitata nelle sale della Scuola Internazionale di Grafica diretta da Lorenzo De Castro.

Interverranno alla vernice:

La passione dei segni, tra carta e rame

Luciana Bartolini
Figlia dell’artista Luigi Bartolini

Rita Bernini
Istituto Nazionale per la Grafica

Irene Bignardi
Giornalista

Edo Janich
Incisore

Alessandro Tosi
Museo della Grafica di Pisa

Scarica l'invito

Da oggi il Leonardo Sciascia Web cambia impostazione, diventando un po’ più “giornale” sciasciano, senza rinunciare d’altra parte a rimanere punto di riferimento istituzionale dell’Associazione Amici di Leonardo Sciascia. Il nostro è un tentativo semplice, e nello stesso tempo coordinato, di mettere a disposizione del navigante-lettore non solo le notizie più importanti e aggiornate riguardanti Leonardo Sciascia, non solo le indicazioni sugli eventi legati alla vita dell’Associazione, ma anche alcuni spunti di riflessione e di approfondimento con cui vogliamo “tentare” i visitatori del nostro sito.

Nel pomeriggio del 17 luglio 2015 ha avuto luogo a Perugia, nella sala Goldoni di Palazzo Gallenga, sede dell’Università per Stranieri, la presentazione del primo tomo del secondo volume delle Opere di Leonardo Sciascia, pubblicate da Adelphi nella prestigiosa collana “La nave Argo”, a cura di Paolo Squillacioti.
Il libro, dal titolo Inquisizioni e Memorie, raccoglie dodici titoli – tra cui Le parrocchie di Regalpetra, Morte dell’inquisitore, La scomparsa di Majorana, L’affaire Moro, Dalle parti degli infedeli, Cronachette – caratterizzati dalla forma letteraria tipicamente sciasciana del racconto-inchiesta, a cui si aggiungono Nero su nero, diario in pubblico pubblicato nel 1979, e Occhio di capra, raccolta di detti ed espressioni dialettali di Racalmuto, paese natale di Sciascia.

Venerdì 17 luglio 2015, con inizio alle ore 17, a Perugia, presso la Sala Goldoniana del Palazzo Gallenga -Università per stranieri (piazza Fortebraccio 4), verrà presentato il nuovo volume delle Opere di Leonardo Sciascia dato alle stampe dalla casa editrice Adelphi alla fine del 2014. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Amici di Leonardo Sciascia, www.amicisciascia.it  che da oltre vent’anni mantiene viva la memoria e le idee dello scrittore siciliano, promuovendo la studio delle sue opere attraverso la rivista annuale Todomodo e la collana Sciascia Scrittore Europeo, pubblicazioni edite dalla casa editrice Olschki, nonchè convegni scientifici (Leonardo Sciascia Colloquia), presentazioni di novità librarie e incontri pubblici.

Sono ventinove le incisioni, per altrettanti artisti di tredici paesi, che partecipano all’ottava edizione 2015 - 2016 del PREMIO LEONARDO SCIASCIA AMATEUR D’ESTAMPES, la biennale internazionale di grafica d’arte fondata dagli Amici di Leonardo Sciascia e dalla Civica Raccolta di Stampe Achille Bertarelli (Milano).Dopo la mostra inaugurale del 30 gennaio scorso alla Villa Malfitano di Palermo e quella di Firenze del 9 aprile scorso presso la Fondazione Il Bisonte per lo studio delle arti grafiche, il prestigioso premio internazionale giunge a Fabriano, presso il Museo della Carta e della Filigrana, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana. La mostra sarà visitabile, dal martedì alla domenica con orario 10 –13 e 14.30 19.30, fino all’11 settembre prossimo.